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Regole di salute per lo smart working

Da fenomeno marginale a fenomeno di massa: lo smart working, che nel 2019 vedeva impiegato solo il 3% dei lavoratori, conta ad oggi circa 8 milioni di occupati, pari al 34% della popolazione in forza lavoro.

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È questo uno dei dati rilevati dall’Osservatorio “The World after Lockdown” a cura di Nomisma e Crif, che monitora da inizio pandemia l’impatto del COVID-19 sulle vite dei cittadini attraverso un campione di 1.000 italiani in età compresa tra i 18 e i 65 anni.

La propensione ad adottare il lavoro agile prima dell’emergenza sanitaria riguardava soprattutto le grandi aziende e le multinazionali operanti nei settori Informatica e Telecomunicazioni.

L’improvvisa adozione del lavoro agile su larga scala ha coinvolto i più disparati ambiti produttivi nel settore privato, come dimostrano i sempre più numerosi annunci di ricerca di dipendenti smart pubblicati da Risorse.it.

Quale scenario futuro possiamo immaginare?

Un sondaggio curato da Aidp, l’Associazione italiana dei direttori del personale, evidenzia che oltre il 68% del campione di intervistati ha dichiarato che prolungherà le attività di smart working anche in futuro. Per molti lavoratori lo smart working, oltre ad essere la forma di lavoro legata all’emergenza sanitaria, appare come la modalità di lavoro definitiva. Lavorare da casa, senza affrontare il caotico traffico delle grandi città nella perenne ansia di arrivare in ritardo in ufficio, è certamente un vantaggio enorme, ma anche la nuova routine di lavoro può nascondere grandi e piccole insidie per la salute.

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Secondo l’Ordine degli Psicologi il ricorso prolungato allo smart working sottopone il lavoratore a rischio burnout, mentre i movimenti ripetuti e l’errata postura favoriscono l’insorgenza di disturbi all’apparato muscolo scheletrico.

In uno studio condotto su oltre tre milioni di smart workers durante il ricorso massiccio al lavoro agile nei mesi passati, Bloomberg ha evidenziato un incremento fino a tre ore della durata media della giornata lavorativa. Il numero di riunioni è cresciuto, così come l’invio di mail oltre l’orario di lavoro canonico. Senso di inadeguatezza, ansia, disturbi del sonno, difficoltà di disconnessione, sono le prime avvisaglie di un disturbo che sfocia, se non individuato e contenuto, in esaurimento emotivo. La sindrome di burnout, oltre a provocare episodi depressivi e attacchi di panico, può manifestarsi anche con disturbi psicosomatici tra cui emicranie ricorrenti e irritazione a carico del colon.

Lavorare per ore assumendo la stessa posizione, seduti e con la testa flessa in avanti, provoca tensione a carico della muscolatura del collo, coinvolgendo anche le vertebre alla base della schiena.

Il dolore provocato da errata postura si concentra soprattutto nella zona lombo-sacrale e si irradia negli arti inferiori, dove le posizioni protratte nel tempo sono di ostacolo anche alla circolazione sanguigna. Gonfiori e senso di pesantezza agli arti inferiori sono, infatti, i disturbi più lamentati dagli smart workers con fragilità venosa. 

Stare seduti con la schiena curvata ha invece ripercussioni sulla respirazione.

L’affaticamento vocale è un disturbo meno noto ma presente nei lavoratori che, stando seduti per ore, utilizzano prevalentemente la respirazione alta, inalando un quantitativo di aria insufficiente. L’affaticamento vocale si manifesta con la difficoltà a compiere azioni semplici come mantenere un tono di voce alto e pronunciare frasi lunghe

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Lavorare da casa impone un cambiamento nei ritmi e nell’organizzazione quotidiana delle attività; come rileva un recente studio condotto dalla Fondazione ADI dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, su 1.300 pazienti dei Centri Obesità del SSN, circa il 50% delle persone con obesità ha avuto un aumento medio di 4 kg del peso corporeo. Inoltre, nel 58% di questi pazienti si è avuta anche una significativa riduzione dell’attività motoria.

Quali sono le piccole abitudini da adottare per tutelare la salute lavorando in smart working?

Ecco dieci regole da seguire:

● Programmare pause ad intervalli regolari, lasciare la stanza, uscire all’esterno;

● Distogliere lo sguardo dal monitor più volte al giorno e guardare in lontananza;

● Idratarsi e adottare un regime alimentare equilibrato prediligendo fibre e vegetali;

● Non alterare il ciclo sonno-veglia con orari irregolari e non sovrapporre le attività lavorative a quelle domestiche;

● Continuare a praticare attività fisica e ricreativa, coltivare i propri interessi secondo le abitudini e i ritmi consueti.

● Utilizzare una sedia ergonomica con supporto lombare;

● Controllare la postura, non portare collo e testa in avanti, tenere entrambi i piedi sul pavimento;

● Organizzare e personalizzare la postazione di lavoro affinché sia funzionale ma anche gradevole;

● Illuminare adeguatamente la postazione di lavoro e posizionare il pc ad altezza occhi;

● Alzarsi più volte al giorno, camminare mentre si è al telefono;